A+ A A-

Cacciabombardiere A-36A Apache 42-83938

<
pic002
Aereo: Cacciabombardiere A-36A Apache 42-83938 di Auletta
Nazionalità: Statunitense
Precipitato: 10 settembre 1943
Località: 57 km sud-est Salerno
Osservazioni: Identificazione confermata
 
 
Durante la seconda guerra mondiale l’atteggiamento della popolazione italiana nei confronti dei militari alleati cambiò radicalmente all’indomani dell’8 settembre 1943. Fino ad allora i soldati inglesi e statunitensi erano considerati dei nemici implacabili. Già dopo il 25 luglio, però, le cose avevano assunto una piega diversa. Dopo la caduta del Fascismo i soldati americani, molti dei quali di origini italiane, che entravano nei paesi della Sicilia vennero accolti in maniera benevola se non proprio come dei liberatori. Un cambiamento simile, seppur con maggiore cautela, avvenne nei confronti dei militari britannici.
 
Un episodio che documenta tale cambiamento riguarda ciò che accadde a Darrel E. Williams quando venne abbattuto dalla contraerea tedesca nei pressi di Auletta. Fra il 9 ed il 17 settembre 1943, gli A-36 Apache del 27th FG effettuarono 98 missioni, pari a 777 sortite, in appoggio allo sbarco di Salerno ed alle successive operazioni. Il 10 settembre, decollarono dalla pista di San Antonio, in Sicilia, 8 velivoli A-36 del 523rd FS  pilotati dai tenenti Chilstrom, Brooks, Roberts, Wright, Richard, Williams, Brask e Greene per attaccare e mitragliare bersagli occasionali nell'entroterra salernitano. La squadriglia attaccò un convoglio stradale composto da 20-30 automezzi nei pressi di Lauria e la strada venne bloccata all'altezza di una collina a picco sulla via di comunicazione. A Sala Consilina, vennero mitragliati altri automezzi. Dopo quest’azione il ten. Greene racconta nel suo rapporto che vide l’aereo che si trovava alla sua destra, quello di Williams, perdere dei pezzi a seguito di colpi ricevuti dalla contraerea nemica. Dopo di che l’aereo iniziò a precipitare con un angolo di 45 gradi. Poco prima dell’impatto vide un paracadute aprirsi.
 
Notizia di tale abbattimento ci è pervenuta da Agostino Alberti dell’Air Crash Po, un’associazione che si prefigge gli stessi scopi di Salerno 1943 e che opera nella pianura padana. Agostino ci ha messi in contatto con Antonio Gagliardi, un appassionato storico di Auletta, il quale prontamente ha rintracciato i testimoni oculari dell’evento che ancora ricordano dell’aereo che precipitò nei pressi del paese. Fra di loro vi è Giuseppe Casella, un arzillo ottantenne che da ragazzino con alcuni amici si recò sul punto dell’impatto con la tipica spensieratezza e incoscienza dei giovani per curiosare sull’accaduto. Giuseppe ci ha raccontato che apprese della caduta del velivolo mentre insieme ai suoi familiari era rifugiato in una galleria ferroviaria per sfuggire alle quotidiane incursioni aeree che avevano come obiettivo proprio Auletta. Il comune salernitano si trova infatti al crocevia delle strade che collegano la Basilicata e la Calabria con Napoli. Distruggere il tracciato della strada e soprattutto il ponte che attraversa il Tanagro nei pressi del paese avrebbe impedito ai tedeschi, secondo la strategia dei comandi alleati, di potersi ritirare per intervenire nella pianura salernitana dove era in corso l’operazione Avalanche.
 
Abbiamo quindi chiesto a Giuseppe di condurci sul luogo ed egli, senza alcuna esitazione, ci ha portato nei pressi della linea ferroviaria oramai in disuso che collegava Sicignano a Lagonegro. Sulla scarpata che costeggia i binari, grazie anche al prezioso aiuto di Michele Boninfante che ha ripulito l’area dai rovi, abbiamo rinvenuto insieme ad Antonio Gagliardi, Gerardo Capuano e Luigi Fortunato, le tracce dell’abbattimento sotto forma di frammenti di alluminio recanti il prefisso 97 che nell’industria aeronautica statunitense indicava i componenti dell’A-36.
 
Ma cosa accadde al pilota? Lasciamo che sia Darrel stesso a raccontare gli eventi attingendo al rapporto che stese una volta raggiunto l’aeroporto di Capaccio. Egli scrisse: "Nel corso delle azioni di mitragliamento lungo l'arteria che da Auletta conduce a Potenza, il motore del mio aereo venne colpito dalla contraerea. Cabrai fra due colline e raggiunsi i 1000 piedi, volando a circa 200 miglia orarie. Sganciai il tettuccio e saltai con il paracadute, lasciando l'abitacolo dal lato sinistro. Atterrai nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria di Auletta e venni immediatamente prelevato da sei soldati italiani. Essi mi portarono alla stazione e mi nascosero nella biglietteria mentre fuori si aggiravano soldati tedeschi. Mi diedero un’uniforme italiana e mi portarono ad Auletta. Più tardi un poliziotto mi accompagnò alla stazione di polizia dove mi venne offerto del cibo e dove trascorsi la notte.
 
Passai gli altri due giorni a casa del poliziotto, raggiungendo la stazione di polizia per i pasti. Verso le 15:00 del terzo giorno, un tenente della polizia entrò trafelato in casa dicendo che i tedeschi erano sulle mie tracce; mi condusse in un'altra abitazione e mi disse di nascondermi sotto un letto, dove rimasi fino alle 21:30. A quell'ora un uomo mi portò degli abiti civili che indossai e poi mi condusse in strada; ci incamminammo verso la linea del fronte ma era pieno di soldati tedeschi, così mi disse che sarebbe stato meglio andare verso le montagne.
Dopo una breve marcia, incontrai un tenente con un attendente; questi mi riconobbe subito: era stato fra i sei soldati che mi avevano soccorso immediatamente dopo l'atterraggio. Trascorsi la notte in una grotta, insieme ai due militari. La sera successiva, verso le 18:00, ci dirigemmo verso le montagne ed incontrammo un gruppo di ufficiali italiani sbandati.
 
La mattina seguente li lasciai e da solo, continuai il cammino sui monti, direzione Salerno. Incontrai numerosi contadini i quali mi diedero cibo. Restai in una casa per due giorni pensando che le pattuglie inglesi ci avrebbero raggiunto. Decisi poi di non attendere oltre e il contadino dove stavo mi condusse a casa di un altro contadino che si trovava oltre la montagna dove rimasi il resto del giorno e la notte. (Molti di questi anziani contadini erano stati un tempo a Brooklyn). Dopo due/tre giorni incontrai due soldati italiani sbandati che mi condussero a Roccadaspide, dove entrai in contatto con dei paracadutisti americani. Una pattuglia in jeep mi condusse a questa base”.
 
L’aiuto prestato all’aviatore americano prima dai militari italiani, poi dalla “polizia” (verosimilmente i carabinieri) e infine dalla popolazione civile dimostra come l’atteggiamento degli italiani nei confronti di quelli che fino a qualche giorno prima erano nemici fosse radicalmente cambiato. Essi erano stanchi di 3 logoranti anni di guerra che avevano devastato il paese e ridotto la gente alla fame. Speravano che gli angloamericani avrebbero aiutato la nazione ad uscire dal baratro in cui era precipitata.
 
Darrel E. William continuò a prestare servizio nell’aviazione statunitense fino al 1965 quando si congedò con il grado di tenente colonnello. In seguito lavorò per la National Security Agency. Si sposò ed ebbe due figlie, Bernadette Bosco e Regina Williams. E’ morto il 22 giugno del 1999.
 
Hanno finora partecipato a questa ricerca: Gerardo Capuano, Luigi Fortunato, Matteo Pierro.
 
 
 
pic003
Il punto dell’impatto
 
 
 
pic004
Il taglio dei rovi per poter effettuare la ricerca
 
 
 
pic005
Una fase della ricerca
 
 
 
pic006
Antonio Gagliardi, Giuseppe Casella e i ricercato di Salerno 1943 Gerardo Capuano e Luigi Fortunato
 
 
 
pic007
Alcuni dei frammenti del velivolo
 
 
 
pic008
Frammento di alluminio con il prefisso 97 che indica l’aereo A-36 Apache
 
 
 
pic009
Indicatore del livello dell’olio e della benzina
 
 
 
pic001
Darrel E. Williams poco dopo il suo arruolamento (archivio Salerno 1943)
 
 
 
pic010
La tomba di Darrel oggi
 
 
pic002
Un A-36 in azione

Salerno 1943

Lo scopo di questo sito è quello di presentare le attività dell'Associazione Salerno 1943, un gruppo di volontari noti anche come Salerno Air Finders. L'Associazione si occupa di preservare la memoria degli aviatori che durante gli anni della seconda guerra mondiale precipitarono con i loro aerei in Campania e nelle regioni limitrofe rintracciando, identificando e ricostruendo la storia dei loro abbattimenti.

    light dark

    Associazione culturale Salernitana

    Salerno Air Finders