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IL BOMBARDIERE B-24 40236 FYRTLE MYRTLE

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Aereo:                      Bombardiere B-24 40236
Nazionalità:               U.S.A.
Precipitato:               16 luglio 1943
Località:                   94 km est da Salerno
Osservazioni:            Identificazione confermata.
Ordine di local.          19°
La mattina di venerdì 16 luglio 1943 dall’aeroporto di Berka, nei pressi di Bengasi in Libia, decollò una formazione di bombardieri B-24 appartenenti al 513° Squadrone del 376° Gruppo da bombardamento dell’aviazione degli Stati Uniti. Fra di essi vi era il B-24 numero 40236 soprannominato dai membri del suo equipaggio “Fyrtle Myrtle”. Purtroppo quella sarebbe stata la sua ultima missione.
 
Obiettivo dei grossi bombardieri erano le installazioni aeroportuali di Bari. Gli alleati che oramai erano sbarcati in Sicilia puntavano a distruggere il potenziale offensivo dell’Asse e a impedire che aerei decollati dagli aeroporti pugliesi potessero recare danni all’Operazione Husky. Dopo aver sganciato gli ordigni esplosivi i bombardieri ripresero la strada del ritorno ma furono attaccati dagli aerei da caccia italiani e tedeschi che si erano levati in volo dagli aeroporti vicini.
 
Quello che accadde al Fyrtle Myrtle lo possiamo apprendere dalla testimonianze che gli aviatori della formazione statunitense rilasciarono una volta rientrati alla base e da quelle dei membri dell’equipaggio che sopravvissero. Esse sono contenute nel MACR (Missing Air Crew Report) procurato ancora una volta dall’instancabile Dino Pagano di Archeologi dell’Aria. Tutti sono concordi nel riferire che la squadriglia fu sottoposta a furiosi attacchi da parte di numerosi caccia germanici e della Regia Aeronautica. Uno in particolare si avventò contro il bombardiere n. 44 della squadriglia sparando diversi colpi in direzione del motore numero 3, il quale, dopo pochi istanti, prese fuoco. A questo punto l’aereo al cui comando vi era Charlie G. Hinson cominciò a perdere velocità e quota ed uscì dalla formazione diventando quindi il bersaglio di altri caccia che, notandolo in difficoltà, vi si avventarono contro.
 
Il primo ad essere colpito fu Patrick F. Shea, mitragliere della torretta dorsale. I colpi provocarono anche un incendio nella fusoliera. Le fiamme avvolsero il paracadute di Lloyd E Kile, l’addetto alla radio, impedendogli quindi di usarlo. A questo punto la situazione divenne insostenibile e il comandante diede l’ordine di abbandonare l’aereo. Solo 3 uomini riuscirono a farlo mentre gli altri non poterono in quanto feriti o imprigionati dalle fiamme nella parte anteriore del velivolo. Riuscirono quindi a lanciarsi Cyrus F. Johnson jr,  tecnico di bordo, Robert E. Dulac, mitragliere laterale, ed Edward T. Dzierzynski, mitragliere di coda. Rimasero a bordo, oltre al pilota, al mitragliere dorsale e al radioperatore, Orval H. Jorgensen, copilota, Richard P. Greenawalt, navigatore, Joseph M. Prendergast, puntatore, e Don. R. Willey, osservatore.
 
L’aereo subì l’ultimo attacco da parte di Heinrich Steis, un asso della Luftwaffe, a bordo del suo Bf 109G. Dopo qualche istante cominciò ad avvitarsi e poco prima di toccare il suolo esplose in volo.
 
Testimone oculare del combattimento aereo fu anche Michele Potenza, un bambino di Pietragalla. Quella mattina insieme alla sua famiglia e ad altri ragazzini stava partecipando alla processione della Madonna del Carmine. Udendo il rumore degli spari Michele alzò lo sguardo al cielo e vide il grosso aeroplano in fiamme esplodere in volo e cadere a pochi metri dal paese. Uno degli aviatori che perse la vita cadde nel terreno di suo padre. Quel episodio rimase profondamente impresso nella sua giovane mente e da allora ha sempre desiderato fare luce su quella tragica vicenda e sui suoi sfortunati protagonisti. Perciò, quando, a distanza di quasi 70 anni da quel drammatico venerdì, Michele ha appreso delle attività che svolgiamo come Salerno Air Finders, ci ha prontamente contattato ed ha organizzato un sopralluogo sul punto dell’impatto. Con Daniele Gioiello insieme a Michele e due suoi amici, Michele Favullo e Clemente Fratusco, anch’egli testimone dell’evento, ci siamo quindi recati sul posto recuperando alcuni frammenti del velivolo.
 
I pezzi ritrovati hanno confermato che si trattava effettivamente del crash site del B-24. Infatti, diversi frammenti marcati riportano il prefisso 32 che, nella numerazione dell’industria aeronautica statunitense dell’epoca, indicava proprio questo tipo di aereo. Particolarmente impressionante è stato il ritrovamento da parte di Daniele di un frammento del guanto di cuoio in uso agli aviatori americani, una muta testimonianza di coloro che quel giorno persero la vita.
Le prime ricerche presso gli archivi degli Stati Uniti ci hanno permesso di scoprire che 4 membri dell’equipaggio sono sepolti in una fossa comune nel Jefferson Barracks National Cemetery a Saint Louis nel Missouri. Si tratta di Greenawalt, Hinson, Prendergast e Shea. Evidentemente i loro resti non poterono essere identificati. Del ventiquattrenne del Kansas Lloyd E. Kile sappiamo che è sepolto nel Prairie Lawn Cemetery di Wellington nel Kansas. Mentre Orval H. Jorgensen è sepolto nel cimitero americano di Nettuno. Maggiori informazioni sono disponibili su Don Ray Willey: Egli nacque il 29 ottobre del 1920 a Brookings, South Dakota, da Lloyd e Pearl Willy. Diplomatosi presso la Brookings High School si preparava ad entrare al College quando scoppiò la seconda guerra mondiale. Non essendo gli Stati Uniti ancora coinvolti nel conflitto egli si arruolò nella Royal Air Force del Canada nel giugno del 1941. Venne poi trasferito nell’aviazione statunitense il 26 maggio del 1942 ed assegnato come tenente al 513th Bombing Squadron. Le sue spoglie riposano presso il cimitero americano di Nettuno. Nel comunicare la notizia della sua morte ai familiari il suo comandante Frederick W. Nesbilt jr. scrisse: “Vostro figlio è stato un membro di questa organizzazione per quattro mesi ed è stato rispettato ed amato da tutti coloro con i quali è venuto a contatto. Il mio intero comando si unisce a me nell’estendervi la nostra più sentita vicinanza in questo momento”.
 
Edward T. Dzierzynski è deceduto il 19 aprile del 1966 all’età di 50 anni. E’ sepolto presso il Fairview Cemetery nel Connecticut. Cyrus F. Johnson jr. è venuto a mancare il 19 aprile del 1985 all’età di 73 anni. La sua tomba si trova al Fort Logan National Cemetery a Denver in Colorado.
 
E’ nostro auspicio poter ricostruire la storia di tutti i componenti dell’equipaggio e magari di rintracciare i loro familiari a cui far avere qualche frammento dell’aereo sul quale volò il proprio caro. Michele si augura anche che un monumento a Pietragalla possa ricordare quel tragico giorno di guerra e quanti vi persero la vita. 
 
Hanno finora partecipato a questa ricerca:
 
Michele Favullo
Clemente Fratusco
Daniele Gioiello
Matteo Pierro
Michele Potenza
 
 
 
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Il bombardiere Fyrtle Myrtle e il suo equipaggio
 
 
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Dettaglio dello stemma disegnato sulla fusoliera
 
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Targhetta della strumentazione
 
 
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Frammento del guanto da pilota ritrovato sul punto dell'impatto
 
 
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Alcuni dei pezzi dell'aereo recuperati
 
 
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Il radioperatore Lloyd E. Kile
 
 
 
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Il tenente Willey
 
 
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La fossa comune di 4 membri dell'equipaggio
 
 
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I ricercatori Michele Favullo, Clemente Fratusco, Michele Potenza e Daniele Gioiello (SAF).
 
 
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La tomba di Edward T. Dzierzynski

Salerno 1943

Lo scopo di questo sito è quello di presentare le attività dell'Associazione Salerno 1943, un gruppo di volontari noti anche come Salerno Air Finders. L'Associazione si occupa di preservare la memoria degli aviatori che durante gli anni della seconda guerra mondiale precipitarono con i loro aerei in Campania e nelle regioni limitrofe rintracciando, identificando e ricostruendo la storia dei loro abbattimenti.

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