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il Wellington

Wellington

 

Bombardiere inglese Wellington LN385 precipitato il 22 Aprile 1944 a circa 30Km a sud di Salerno

 

Aereo:             Bombardiere Wellington LN385

Nazionalità:      Inglese

Precipitato:      22 aprile 1944

Località:          30 km sud di Salerno

Osservazioni:   Identificazione confermata.

 

 

Un valido aiuto per questo ritrovamento è venuto da Generoso Conforti il quale ci ha informato di un aereo schiantatosi sul costone roccioso di una montagna a circa 30 kma sud di Salerno e ci ha indirizzato verso Antonio Forlano, un abitante del luogo che ricordava l'evento.

Grazie alle precise indicazioni ricevute dal sig. Antonio ci siamo inerpicati per lo scosceso pendio della montagna raggiungendone la cresta dopo oltre 1 ora.

Crash site

Il punto dell'impatto

Fin da subito sono stati rinvenuti frammenti d'alluminio, tipica testimonianza di un disastro aereo e simboli che ci hanno permesso di identificarlo come inglese. Dopo la prima ricognizione siamo ritornati sul sito in numero maggiore e per un più approfondito sopralluogo. Sono stati ritrovati numerosi frammenti metallici ma ci siamo resi conto che mancavano i frammenti di lamiera in alluminio che di solito componevano il rivestimento della fusoliera di molti aerei mentre erano presenti un gran numero di pezzi di tubolari.

 

Frammenti della struttura geodetica del bombardiere

 

Da essi abbiamo compreso che si trattava di un Wellington, bombardiere inglese bimotore con 5 uomini di equipaggio. 

 

Il Wellington era un bombardiere unico nel suo genere.

wellington wellington 2

Era infatti realizzato con una struttura geodetica fatta di tubolari di alluminio intrecciati fra di loro come un canestro mentre il rivestimento della fusoliera era realizzato con della semplice tela.

Benchè più costoso come procedimento costruttivo esso garantiva al velivolo una maggiore resistenza al fuoco nemico. Non sono poche le foto in cui sono ritratti questi bombardieri che sono riusciti a ritornare alla base nonostante grossi squarci alla struttura provocati dalla contraerea o dai caccia nemici.

danni

Un bombardiere Wellington rientrato alla base nonostante i molti colpi ricevuti.

La struttura geodetica permetteva all'aereo di sottoportare gravi danni senza grosse conseguenze.

Il ritrovamento della matricola di un motore Hercules XVI n. SS14146 ci ha dato ottime speranze di identificare subito lo specifico aereo in quanto nei rapporti relativi agli abbattimenti di aerei statunitensi sono quasi sempre presenti anche i numeri matricolari dei motori.

 

La matricola del motore Hercules XVI n. 16164

Ed invece, abbiamo appreso che la stragrande maggioranza dei rapporti riguardanti gli aerei inglesi non riportano le matricole dei motori. A complicare la ricerca mancava la data esatta dell'impatto.

A quel punto ci è venuto in aiuto lo storico inglese Mark Evans dal quale abbiamo saputo che nel cimitero militare di Salerno sono sepolti gli equipaggi di 8 Wellington precipitati nei dintorni. Se da un lato questo ha aumentato il numero delle possibilità dall'altro mi ha fornito le date degli abbattimenti. Tre date sono state scartate in quanto i bossoli ritrovati erano stati prodotti dopo tali date o perchè erano riferite a Wellington che montavano un motore differente dall'Hercules.

Con queste date abbiamo contattato l'ufficio storico della RAF in Inghilterra per chiedere di verificare se fra i report di Wellington abbattuti nelle date in nostro possesso ve ne fosse uno con quel numero di matricola relativo al motore. Come temevamo la risposta è stata negativa in quanto nei 5 report era citato solo il numero di un motore che non corrispondeva alla nostra matricola. La gentile signora che ci ha risposto si è presa però la briga di riportarci anche i posti dove gli aerei erano caduti ed una delle località era esattamente quella da noi esplorata!

 

Abbiamo così appreso che la notte del 21 aprile 1944 il Wellington LN385, appartenente al 150° Squadrone della RAF di base ad Amendola in Puglia, era partito per un bombardamento su Porto Santo Stefano in Toscana.

 

foto bombardamento 

Gli effetti dei bombardamenti su Rimini in una foto scattata da W. J. Owens il 12 aprile 1944 dal Wellington LN385

 

Come mai la RAF aveva per obiettivo un tranquillo paese di pescatori e vignaioli?

Come si apprende dal sito www.capodomo.it di Raul Cristoforetti, Porto Santo Stefano costituiva in effetti per i tedeschi una base logistica molto importante. I continui bombardamenti delle linee e stazioni ferroviarie e della rete stradale avevano reso praticamente impossibile inviare materiali e truppe via terra. Il trasporto via mare rimaneva la soluzione più affidabile  e con maggiori probabilità di successo. Porto Santo Stefano fu pertanto attrezzato dai tedeschi a base logistica per la raccolta e lo smistamento di materiali indispensabili agli uomini al fronte e sul territorio controllato. Altri obiettivi ritenuti strategicamente importanti e situati a poca distanza erano i ponti dell'Aurelia e il ponte ferroviario dell'Albegna.

Lo spostamento del materiale via mare avveniva mediante un naviglio che comprendeva, oltre a natanti civili requisiti ed attrezzati, anche un consistente numero di bettoline e motozattere (landungsboot) capaci di un notevole carico e dotate di un modesto armamento.

Il materiale scaricato dalle motozattere, proveniente da centri di smistamento importanti, in particolare La Spezia, veniva trasportato mediante camion ad un centro di raccolta situato in Feniglia. Da qui veniva poi inoltrato dove richiesto. Inoltre, centri logistici particolarmente importanti erano il Deposito Carburanti al Campone, controllato dai tedeschi, il Forte del Pozzarello ed il Siluripedio alla Pilarella.

La difesa della "piazzaforte" di Porto Santo Stefano era affidata ad una ben strutturata batteria contraerea a Lividonia (cannoni 88 mm) ed altre al Pozzarello, Santa Liberata, in Feniglia e a Calagrande (37 mm), più le armi di bordo delle motozattere.

Relativamente al bombardamento del 21 aprile Pietro Fanciulli nel suo libro “Il dramma di un paese: Porto Santo Stefano” riferisce: “Ore 22. E’ nuovamente bombardato il porto: l’azione offensiva si ripete il giorno dopo alla stessa ora, senza forte reazione della contraerea, che riesce però a sparare qualche colpo di cannone. Nello stesso momento vengono sganciate alcune bombe sul ponte dell’Albegna”.

Di ritorno dall'operazione, nei pressi della costa salernitana, il bombardiere dovette subire un attacco aereo, prova ne sono il gran numero di bossoli esplosi da noi ritrovati.

Alle ore 23.23 il report afferma che venne udita una richiesta di QMD proveniente dall'aereo LN385. Essa fu udita di nuovo debolmente alle 01.06 del 22 aprile dopo di che si perse il contatto radio.

 

Quello che è potuto accadere non ci è ancora noto nei dettagli. Possiamo solo fare delle supposizioni:

Forse l'aereo era stato colpito sulla via del ritorno ed era in avaria?

Oppure ad essere stati colpiti furono i piloti (essi infatti risultano deceduti il giorno 21\04 mentre il resto dell'equipaggio risulta caduto il 22\04) e gli altri uomini cercavano di rientrare alla base?

Ulteriori ricerche in corso dovrebbero far luce sulla loro vicenda.

Per il momento abbiamo scoperto che l'aereo da noi identificato, l'LN385, è stato utilizzato dalla Trumpeter, un produttore di modellini aerei, per riprodurre in scala un bombardiere Wellington.

Di solito le scelte della casa modellistiche di dare una certa matricola ai loro modellini ricadono su aerei che hanno partecipato a importanti azioni. Speriamo perciò di riuscire a ricostruirne l'attività.

chart

Il modellino del Wellingotn LN385 prodotto dalla Trumpeter

 

Ma chi era lo sfortunato equipaggio di quest'aereo?

Ecco i loro nomi: Tenente A. d. W. Nussey pilota; SottoTenente  D. G. Webster navigatore; Sergente Bernard Alan Lincoln  puntatore; Sergente John Green radioperatore e mitragliere; Sergente Frank Banks mitragliere.

Il pilota aveva solo 19 anni! Gli altri membri dell'equipaggio non superavano i 23 anni.

Il tenente Nussey e il tenente Webster erano sudafricani, mentre gli altri erano inglesi.

crew

Foto degli ufficiali del 150° Squadrone scattata ad Amendola nel 1944. Webster e Nussey sono il primo e il terzo a partire da sinistra della fila anteriore. Owens è il settimo da sinistra della fila in alto.Come capitava spesso per molti equipaggi della RAF, vi era una buona percentuale di uomini provenienti da altre nazioni del Commonwealth. In questo caso 2 sudafricani e 3 inglesi ma altri equipaggi avevano aviatori neozelandesi, australiani, etc.

Alcune notizie su Albert de Wet Nussey ci sono pervenute dal Kingswood College. 

college 

Albert de Wet Nussey (il terzo da sinistra nella fila posteriore) all’epoca in cui frequentava il College

Albert nacque il 7 settembre 1924 a Potchefstroom nello stato Libero di Orange, una delle Province del Sudfrica. Suo padre, il brigadiere generale Albert Henry Mortimer Nussey fu un eroe della Guerra anglo-boera e prestò servizio nello staff del generale De Wet in ricordo del quale scelse il secondo nome per suo figlio. Albert senior si distinse durante il conflitto con gli inglesi riuscendo a trafugare dei documenti segreti da un accampamento britannico sotto il fuoco del nemico. In seguito prestò servizio come ufficiale della 5th SA Mounted Brigade durante la prima guerra mondiale. Fu ferito nel 1917 e si ritirò dal servizio attivo nel 1934. Albert junior frequentò il Kingswood College dal 1937 al 1941. Ebbe l’incarico di prefetto scolastico (alunno incaricato della disciplina) e di caporale dei Cadetti della Scuola. Nel 1939 divenne titolare della squadra di cricket dei  Colts e ne fù il capitano nel 1940. Nel 1941 giocò anche per la squadra di rugby. Conseguì il diploma di scuola primaria nel 1938 e quello di scuola secondaria con il massimo punteggio nel 1941. Lasciata la scuola a 17 anni, il 18 gennaio 1942 si arruolò nella South African Air Force, conseguì il brevetto di pilota e il grado di tenente alla 24^ Air School nell’agosto del 1943. Venne quindi distaccato presso il 150° Squadron della Royal Air Force nel marzo del 1944.

Albert de Wet Nussey dopo aver conseguito il brevetto di pilota.

 

 

Notizie sul sergente Frank Banks ci sono pervenute dal cognato, Charles William Pearson che attualmente vive in Australia. Egli è stato informato da un amico di vecchia data che risiede a Willenhall, città natale di Frank Banks, il quale ha letto una nostra richiesta di informazioni pubblicata da un giornale locale. Charles sposò Winifred Hazel, la sorella di Frank, che è venuta a mancare nel luglio del 2008. Benchè Charles non abbia conosciuto Frank di persona la moglie gliene ha parlato molto durante la loro unione matrimoniale durata circa 65 anni. Ci ha quindi riferito che il padre di Frank e quello di Ivy F. Blount, che poi divenne sua moglie, erano intimi amici e trascorrevano spesso le vacanze insieme. Fu quindi naturale che fra i due ragazzi nascessero dei sentimenti. La madre di Frank, Winifred, morì quando egli aveva 14 anni e il padre si risposò. Nel giugno 1940 anche Frank si sposò e lavorò come metalmeccanico insieme al suocero. Era un apprezzato atleta e giocava a cricket e a calcio presso le locali associazioni sportive. Dall’unione con Ivy nacque un figlio, John. Frank si arruolò come volontario quando aveva circa 21 anni. Dopo aver finito il suo addestramento iniziale venne selezionato per l’aviazione e indirizzato al Empire Flying Training School a Bulawayo nella Rhodesia del Sud, oggi Zimbabwe, dove si qualificò come mitragliere. Venne quindi destinato al rientro in patria ma fu poi spostato nel teatro di guerra del Mediterraneo. La famiglia seppe che era morto a Salerno e da una foto spedita a Ivy dalla moglie di uno dei piloti apprese che egli era sepolto insieme al resto del suo equipaggio in un angolo del locale cimitero in una serie di tombe disposte a semicerchio. Una successiva fotografia indicava che egli era stato in seguito sepolto nel War Grave Cemetery di Salerno e la sua tomba era segnata da una croce di legno.

 

Dopo la pubblicazione di un primo reportage su questo aereo nel sito dell’Air Crew Remembrance Society siamo stati contattati da Elynedd Owens il cui padre William Job Owens volò per alcune missioni proprio sul Wellington LN385. Lyn è stata molto felice di farci avere alcune foto del libretto di volo del padre, il quale è sopravvissuto alla guerra ed è venuto a mancare nel 1988, dal quale si evince che egli prese posto come navigatore sul Wellington LN385 fino a pochi giorni prima del suo abbattimento.

Ci ha anche fatto pervenire 2 foto di suo padre con i suoi commilitoni davanti al loro aereo e una foto del bombardamento di Rimini effettuata dal LN385 il 12 aprile 1944.

 

equipaggio equipaggio 2

Foto di William Job Owens (il primo e il secondo da destra) insieme agli uomini del suo equipaggio. Alle spalle forse il Wellington LN385

Elynedd è stata molto felice di ricevere un frammento dell’aereo sul quale suo padre volò.

Lapide che commemora i caduti del Kingswood College durante la seconda guerra mondiale fra i quali Albert de Wet Nussey.

 

Giornale inglese nel quale viene riportata la notizia della morte di John Green

 

La notizia del nostro ritrovamento nel Leamington Courier del 26 novembre 2010

 

 Speriamo che il tempo ci permetta di trovare informazioni sugli altri uomini dell’equipaggio.

Le loro tombe si trovano nel cimitero di guerra situato ai margini della strada statale 18 che da Salerno porta a Battipaglia insieme a quelle di altri 1842 caduti del Commonwealth.

Le tombe dell'equipaggio presso il cimitero del Commonwealth di Salerno    

Le tombe dell'equipaggio presso il cimitero del Commonwealth di Salerno

 

Hanno finora partecipato a questa ricerca:

 

 

Francesco De Cesare, Pasquale Capozzolo,Daniele Gioiello,  Luigi Fortunato, Matteo Ragone, Matteo Pierro,Antonio Forlano, Generoso Conforti

(i primi cinque ritratti in questa foto sul crash site)

i ricercatori

 

Salerno 1943

Lo scopo di questo sito è quello di presentare le attività dell'Associazione Salerno 1943, un gruppo di volontari noti anche come Salerno Air Finders. L'Associazione si occupa di preservare la memoria degli aviatori che durante gli anni della seconda guerra mondiale precipitarono con i loro aerei in Campania e nelle regioni limitrofe rintracciando, identificando e ricostruendo la storia dei loro abbattimenti.

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    Associazione culturale Salernitana

    Salerno Air Finders