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Piastrini tedeschi ritrovati dai volontari di Salerno 1943

piastr101Il piastrino (Erkennungsmarke), era un dischetto in ferro, in alluminio o zinco, usato dalle forze armate tedesche dal 26 agosto 1939 per riconoscere i militari in caso di decesso in combattimento. Il modello riprendeva quello ideato nel 1915, con due metà, una rimaneva sul cadavere per una successiva identificazione, l’altra al comando di compagnia per confermare il decesso e informare la famiglia.

Spesso non si poteva recuperare un corpo e il soldato era dichiarato disperso, oppure semplicemente lo smarriva e ne riceveva un altro. Vi era sopra l’essenziale per identificare il reparto, la matricola individuale e il gruppo sanguigno. Durante la guerra molti reparti cambiarono nome, ad esempio da fanteria a granatieri oppure da fucilieri a granatieri corazzati; questo dettaglio spesso permette di datare il piastrino. Molti dei piastrini ritrovati da Salerno 1943 sono dei primi tipi, segno che i proprietari erano veterani. Altri appartanevano a soldati scampati a Stalingrado e rimasti nelle formazioni d’origine. Altri piastrini ancora, come quelli dei paracadutisti della Göring, erano perlopiù di reclute raccolte e aggregate a nuove formazioni, segno indiscutibile del declino della Wehrmacht.

 


Questo piastrino “2./J.E.B. 325 428 0” apparteneva ad un rimpiazzo della 2a compagnia del 325° battaglione rimpiazzi (letteralmente di sostituzione) di fanteria, matricola 428, gruppo sanguigno 0, arruolato nel 1941. Essendo un’unità sciolta prima del 1943 e dato che tutti i suoi componenti furono impiegati sul Fronte Orientale, si può ipotizzare che il proprietario del piastrino facesse parte di una delle divisioni distrutte a Stalingrado e ricreate nell’estate 1943; vale a dire la 16a Divisione Panzer e la 3a Divisione Panzergrenadier (fanteria meccanizzata).

 

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Piastrino “2./ J.R.5 126 A” indica che il soldato, della 2a compagnia del 5° reggimento fanteria, matricola 126, gruppo sanguigno A, venne arruolato nel 1941 e doveva appartenere probabilmente alla 16a Divisione Panzer o la 3a Divisione Panzergrenadier.

 

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Il piastrino “2./Inf. Ers. Btl. 67 6308 A” era di un granatiere, appartenente al 2°battaglione del 67° reggimento di fanteria meccanizzata. Venne chiamato alle armi tra il 1941 e il 1942. Venne addestrato nella 2a compagnia del 67° battaglione rimpiazzi di fanteria ed ebbe come matricola il numero 6308, gruppo sanguigno A.

 

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Piastrino “Ers. Kp. f. Pl. Zg. (mot) 4 479 A”. Il soldato in questione era un geniere (Pionier), arruolato dopo il 1941 nella 4a compagnia motorizzata rimpiazzi per plotone genieri, del Wehrkreis IV (distretto militare di Dresda) con matricola 479 e gruppo sanguigno A. Probabilmente combatteva nel plotone genieri in forza alla fanteria. Questa compagnia infatti forniva truppe del genio militare per le compagnie pesanti (Schweren Kompanien) dei reggimenti di fanteria motorizzata.

 

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Piastrino “1./Ers.u.Ausb.Rgt.H.G. 279” mostra che il possessore era un soldato della 1a compagnia del reggimento rimpiazzi e di addestramento Hermann Göring, matricola 279, arruolato tra l’ottobre 1942 e il maggio 1943. Militò nel 2° battaglione del 1° Reggimento Panzergrenadier “Hermann Göring”. Il fatto che il piastrino sia spezzato mostra che il soldato cadde in combattimento.

 

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Piastrino “0 66037 221 0”. Reparto 66037, matricola 211 Gruppo sanguigno 0. Il soldato in questione faceva parte di un reparto usato come rimpiazzi e probabilmente venne aggregato al 1° Reggimento Granatieri Corazzati “Hermann Göring”. Arruolato tra il 1940 e 1943, doveva essere un rimpiazzo della Göring di second’ordine; infatti dopo la distruzione dell’omonima Divisione in Tunisia, molti soldati nelle basi aeree in Germania vennero impiegati per comporre la nuova Divisione Corazzata nei dintorni di Napoli nell’estate 1943.

 

 

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Piastrino con stampigliatura: “1./Inf.Ers.Btl. 67 1179”. Il soldato era stato arruolato tra il 1939 e il 1942 nella 1a compagnia del 67° rimpiazzi di fanteria. Si può ipotizzare che alla fine del 1942 il proprietario entrò nell’appena formato 67° Panzergrenadier Regiment e combatté a Salerno l’anno successivo.

 

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Piastrino della 5a compagnia del 8° fanteria, matricola 147, gruppo sanguigno A (stampigliato 5.J.R. 8 147 A). Probabilmente dopo la disfatta di Stalingrado, il possessore, arruolato tra il 1941 e il 1942, entrò nei ranghi della 3a Divisione Granatieri Corazzata e si trovò a fronteggiare la sbarco alleato nel 1943.

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Piastrino “4./Inf.Ers.Btl.67 6263”. Era di un fante del 67° rimpiazzi di fanteria, 4a compagnia, matricola 6263. Successivamente venne impiegato nel 67° Reggimento Granatieri Corazzato, della 26a Divisione Corazzata.

 

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Questo piastrino apparteneva ad un rimpiazzo della 4a compagnia del 67° battaglione rimpiazzi di fanteria, matricola 6174, gruppo sanguigno 0, arruolato tra l’agosto 1939 e il 1942. Altro soldato del 67° Panzergrenadier.

 

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Piastrino “2/Inf.Ers.Batl. 386 5890 A”. Lo si può datare posteriore al 1941, quando comparirono i primi gruppi sanguigni sui piastrini. Il fante apparteneva alla 2a compagnia del 386° battaglione rimpiazzi di fanteria, matricola 5890, gruppo sanguigno A. Questo battaglione fornì nel marzo 1943 uomini alla neocostituita 3a Divisione di Fanteria, divenuta poi nell’estate 1943 3a Divisione Granatieri Corazzata.

 

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Piastrino con stampigliatura: “1./Schtz. Felders.Kp. 23 3”. Il soldato era stato arruolato tra il 1939 e il 1941 nella 1a compagnia campale rimpiazzi di fucilieri del Feld-Ersatz-Bataillon 23 (23° battaglione campale rimpiazzi, vi è un’anomalia nella stampigliatura perché indica compagnia e non battaglione). La matricola era 3. Molto probabilmente entrò nella 23a Divisione di Fanteria e poi venne trasferito nella 26a Divisione Corazzata nel settembre 1942.

 

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Piastrino molto danneggiato. “3./J.—7—AB”. Apparteneva ad un fante della 3a compagnia di un’ unità non identificata (Inf.Ers.Btl.67?), matricola 7 (poco leggibile forse un 6) e gruppo sanguigno AB.
Ricerche d’archivio a cura di Matteo D’Angella.

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